Su e giù per Livorno, TAPPA 29. Il Porto – Il Fanale

Cosimo I, Ferdinando I e Cosimo II, furono i principi che immaginarono e fecero costruire il Porto di Livorno; Roberto Dudley conte di Warvich, Giovanni de’ Medici, Claudio Cucurrano, Giovanni e Antonio Cantagallina, Bonaiuto Lorini e Bartolomeo Bosuli, furono gli ingegneri che lavorarono a compier l’opera ideata e voluta dai Granduchi.

Dal luogo dove un tempo sorgeva l’imponente palazzo della Capitaneria torniamo indietro verso la Barriera del porto e superiamola per recarci al Molo Vecchio. Come vedremo, anche in questo caso la situazione attuale è alquanto diversa da quella descritta sulla nostra guida.

Il Porto. Il Molo Mediceo – Il Molo Nuovo

Ripartiamo dall’Andana degli Anelli, il primo tratto di molo così chiamato per la presenza degli anelli cui si ormeggiavano le barche; proseguiamo lungo l’Andana delle Ancore verso il ponte girevole che ci condurrà al Molo Vecchio, detto anche “Molo Mediceo” o “Molo Cosimo”, poiché fatto costruire da Cosimo II de’ Medici (e ampliato dai successori). Il ponte attuale, come possiamo intuire, non è il ponte “girante” che troviamo citato nella nostra guida: quello originario, in legno e ferro, fu costruito nella seconda metà dell’Ottocento per consentire il transito delle navi in ingresso verso il bacino di carenaggio o in uscita dal Cantiere navale. Esso andò quasi completamente distrutto durante il secondo conflitto mondiale e ricostruito nell’immediato dopoguerra; quello che vediamo oggi è il risultato di ulteriori rimaneggiamenti successivi.

Il ponte girante originario. Fonte immagine: La Vecchia Livorno.

Il braccio successivo del molo è anch’esso molto mutato rispetto a come si presentava originariamente, tuttavia possiamo scorgervi alcuni resti delle antiche costruzioni; si tratta della parte di molo ultimata sotto Ferdinando I e l’ultima parte di esso era detto “Sassaia” dalla conformazione del terreno.

L’area della Sassaia come figura sul Catasto Leopoldino. Se confrontata con la carta della situazione attuale, si nota in particolare l’interramento del canale che circondava il Fortino della Vittoria, oltre che i resti di quest’ultimo e dei quello della Sassaia.
Sulla sinistra il Ponte della Sassaia (con sullo sfondo il Fortino della Vittoria). A destra il Fortino della Sassaia. Fonte immagine: La Vecchia Livorno.

Questa parte di molo terminava con il Ponte della Sassaia, costruito in pietra verso la fine del Seicento su disegno di Ferdinando de’ Medici (figlio di Cosimo III), in luogo di un ponte preesistente in legno; si trattava di un ponte ad una sola luce dalla forma elegante, tanto che ne rimane testimonianza nelle opere di diversi pittori livornesi. Purtroppo il ponte vide la fine nel periodo bellico, distrutto dalle mine dei tedeschi in ritirata. In prossimità del ponte era un fortino detto “della Vittoria”, circondato da un canale: qui sorgeva un piccolo porto, detto popolarmente “Porto Pidocchio” per le modeste dimensioni delle imbarcazioni che vi sostavano; il canale oggi non esiste più, in quanto fu interrato nel dopoguerra. Un altro fortino, quello della Sassaia, era presente proprio in faccia al ponte: di entrambi ormai rimangono solamente dei ruderi, come vediamo nelle immagini seguenti (rispettivamente i resti del Forte della Vittoria e di quello della Sassaia).

L’ultimo braccio del Molo fu costruito a partire dal 1611 grazie a Cosimo II.; tra il 1684 e il 1693 sulla punta estrema del Molo fu costruito un altro fortino. Rispetto a come lo vediamo oggi, la conformazione del Molo era alquanto diversa, in quanto inizialmente si trattava di una striscia di terra piuttosto sottile, poi allargata nei secoli successivi.

Confronto fra l’area sul Catasto Leopoldino e la conformazione attuale.

In particolare, grossi cambiamenti avvennero intorno alla metà dell’Ottocento, con la creazione della spianata del Molo (1864) e la costruzione della fabbrica dell’Antimonio in luogo del forte; inoltre, sul Molo Cosimo sorgevano diverse trattorie tipiche molto frequentate dai lavoratori del porto, ma non solo. Fra queste la Casina Verde e la Casina Rossa, la quale ospitò anche Felice Cavallotti, come riportava un’epigrafe sulla facciata dell’edificio.

La Casina Rossa. Fonte immagine: La Vecchia Livorno.

Dalla spianata del molo, guardando il mare, l’occhio si posa sul grande e bello Molo Nuovo, che Leopoldo II fece erigere dal 1852 al 1853 […].

Si tratta della Diga Curvilinea, opera dell’architetto e ingegnere francese Victor Poirel ultimata nel 1860. La Diga è lunga 1130 m e su entrambe le estremità termina con una piccola torre ottagonale munita di fanale (quella meridionale è ancora oggi funzionante).

Il nostro anonimo accompagnatore termina la visita dei due moli con una curiosità:

Per dare più sicuro ricetto alle grossi navi, ed ingrandire il porto, pochi anni fa venne gettata una diga frangiflutti, al largo, fra ‘l Molo nuovo e il Fanale. Ma sono bastati pochi giorni di libeccio per guastare e demolire in gran parte l’opera poco utile e poco opportuna!

Il Fanale

Concludiamo la tappa odierna con una breve visita al Fanale. Esso fu costruito dalla Repubblica Pisana intorno al 1303, in seguito alla famosa sconfitta alla Meloria per mano dei genovesi con coseguente distruzione della torre che vi segnalava le secche. Tradizionalmente il disegno dell’opera è attribuito a Giovanni Pisano. Alta 51 m, la torre era costituita da una base tronco-conica su cui poggiavano sette cilindri sovrapposti con diametri decrescenti; con il progredire della tecnica, la lanterna nei secoli ha più volte mutato il suo tipo di alimentazione, partendo dalle lampade a olio per arrivare alla luce elettrica. Nel 1583 Francesco I fece costruire alla base del faro una struttura adibita a lazzeretto, successivamente utilizzata come magazzino (oggi non più esistente).

Il Fanale fu completamente distrutto dai tedeschi nel giugno del 1944: quello che vediamo è infatti frutto della fedele ricostruzione postbellica. Esso fu inaugurato alla presenza del Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi il 16 settembre del 1956, in occasione dei 350 anni dalla fondazione di Livorno come città.

Per approfondire

MARCHI VittorioGuida storica ed artistica di Livorno e dintorni in 17 itinerari, Livorno, Ente Provinciale per il turismo, 1981.
NOCERINO CorradoGuida storica di Livorno, Livorno, Editrice L’Informazione, 1998.
VACCARI Olimpia (a cura di), Il Molo Mediceo e il suo Forte. Immagini e storie del Porto di Livorno, Livorno, Debatte, 2002.
WIQUEL Giovanni, Dizionario di persone e cose livornesi, Livorno, Bastogi, 1976-1985.

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