Su e giù per Livorno, TAPPA 21. Stanze dei pubblici pagamenti – Chiesa della Purificazione – Regi Ospedali Riuniti

In Via della Banca, (…) al n. 2, in un casamento basso, dove già, come dice una iscrizione “ebbe la tipografia Marco Coltellini (…)” sono le Stanze dei pubblici pagamenti o di compensazione.

Lasciamo una volta per tutte quella che era un tempo la vasta Piazza Vittorio Emanuele e spostiamoci nella vicina Via della Banca, dove c’imbatteremo in uno scenario ben diverso da quello descritto nella nostra guida storica.

Le stanze dei pubblici pagamenti o di compensazione

L’edificio della Banca d’Italia.

L’attuale “Via della Banca” ha preso il nome nel 1965 a seguito della costruzione dell’edificio della Banca d’Italia; si tratta però dello stesso nome che aveva la strada che si trovava in quest’area fino al secondo conflitto mondiale, quando essa scomparve a seguito degli eventi bellici. Questa – la vecchia “Via della Banca” – prendeva invece il suo nome dalla presenza della Banca di sconto (1837), la seconda istituita in Toscana, dopo quella di Firenze (risalente a circa venti anni prima). Qui avevano sede le stanze dei pubblici pagamenti o di compensazione,

[…] che hanno quasi due secoli di vita, ed ebbero origine pel cambio della moneta, che veniva fatto dai cassieri dei mercanti, in determinati giorni.

Col tempo le funzioni delle stanze si ampliarono: in determinati giorni della settimana i mercanti vi si recavano per il disbrigo di pratiche commerciali, quali ad esempio il pagamento di cambiali; inoltre, debitori e creditori potevano ritrovarsi qui per effettuare le loro operazioni di cassa più complesse con il supporto dei ragionieri delle stanze, i quali ricevevano un compenso dai soggetti coinvolti nelle transazioni.

Questa utile istituzione, unica in Italia, servì di modello ad altre simili in Europa, e giova grandemente pel disbrigo sollecito delle intricate faccende bancarie.

I resti del complesso del Bagno dei forzati.

All’epoca della nostra guida le stanze si trovavano al civico n. 2 di un “casamento basso”, oggi non più esistente, che faceva parte del vasto Bagno dei forzati, che fino a circa un secolo fa occupava l’area dell’attuale Palazzo del Governo. Costruito sotto Ferdinando I tra il 1598 e il 1602 per rinchiudervi soprattutto i prigionieri catturati per mare, l’ampio complesso del Bagno dei forzati si presentava come una fortezza e ospitava prigioni, dormitori, infermerie, ma anche botteghe, officine e luoghi di culto. La nostra guida ci informa che nello stesso edificio che avrebbe poi ospitato le stanze di compensazione, nel Settecento si trovava la rinomata tipografia di Marco Coltellini (1719-1777): qui nel 1764 fu pubblicata la prima edizione del Dei delitti e delle pene di Cesare Beccaria.

All’inizio del Ventesimo secolo l’Amministrazione avviò una bonifica dell’area, che si trovava in condizioni igieniche precarie: furono demolite alcune parti del complesso, mentre il resto fu abbattuto quasi del tutto negli anni Trenta, in vista della costruzione del Palazzo del Governo. Pochi resti di quello che fu il Bagno dei forzati sono ancora visibili ai passanti, sebbene nascosti al primo sguardo: nell’attuale area di parcheggio si nota quello che rimane di un muro esterno dell’antico edificio.

Il Palazzo del Governo, lato Via della Banca.

La Chiesa della Purificazione o dei Catecumeni

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La Chiesa della Purificazione. Fonte: La Vecchia Livorno.

All’inizio Via della Banca si incrocia con l’attuale Via Fiume: ai tempi della nostra guida quest’ultima si chiamava “Via del giardino”, come abbiamo visto nella tappa precedente. Sulla sinistra, all’angolo fra le due strade (più o meno dove oggi vediamo i resti delle mura del Bagno dei forzati) sorgeva la Chiesa della Purificazione, abbattuta a seguito del secondo conflitto mondiale.

La chiesa, a pianta rettangolare, dall’ultimo ventennio del Settecento apparteneva alla Congregazione di Maria Vergine o dei Catecumeni (ossia i convertiti al Cristianesimo in attesa di essere battezzati); da qui il nome di “Via dei Catecumeni” che per un certo periodo aveva assunto Via della Banca. Da fonti dell’epoca sappiamo che fra la fine del Settecento e la metà del secolo successivo l’edificio subì alcuni interventi di rimaneggiamento (ad esempio, l’originario campanile a vela fu sostituito con la torre campanaria che vediamo nelle foto che sono arrivate fino a noi). Ulteriori interventi ebbero luogo a inizio Novecento, nell’ambito del generale risanamento di tutta l’area. Purtroppo il nostro anonimo accompagnatore non ci ha lasciato un’esauriente descrizione dell’edificio, che anzi è trattato come una breve parentesi dell’itinerario proposto a cui riserva parole ben poco lusinghiere.

La Chiesa (…) ha poca importanza artistica, ed ha qualche dipinto di mediocre valore.

I Regi Ospedali Riuniti

Dove già fu l’antico bagno dei forzati, ove eran custoditi gli schiavi barbareschi, i dannati al remo e i buonavoglia, sorgono ora i Regi Ospedali Riuniti.

Il vasto complesso del Bagno dei forzati ospitava anche la struttura dell’Ospedale di Sant’Antonio. Si trattava di un’istituzione molto antica, antecedente alla proclamazione di Livorno come città (se ne ha notizia già fra il Tredicesimo e il Quattordicesimo secolo). Inizialmente di piccole dimensioni, la struttura fu ceduta alla fine del Cinquecento all’ospedale di Pisa, venendo poi restituita all’allora villaggio livornese pochi anni dopo.

ospedale sant'antonio livorno
Veduta dell’Ospedale lungo l’odierna Via Fiume (ex Via del Giardino). Fonte: La Vecchia Livorno.

Intorno al 1785 l’Ospedale fu ingrandito unendo la sezione civile e militare; ulteriori ampliamenti si ebbero nel corso dell’Ottocento. Agli inizi del Novecento, come abbiamo già accennato, tutta l’area fu soggetta a un intervento di bonifica e con essa anche il “nosocomio”, ormai noto come “Regi Ospedali Riuniti”; l’ospedale cittadino rimase in questa sede fino al 1931, quando fu inaugurato l’attuale complesso ospedaliero.

Quando dall’opera pia saranno raccolti i fondi necessari, Livorno avrà, in luogo più acconcio, un nuovo Ospedale: per ora, con grandissimo amore di carità, il vecchio nosocomio è stato provveduto di gabinetti e di sale operatorie secondo i dittami dell’igiene e della scienza.

Per approfondire

DEL LUCCHESE AldoStradario storico della Città e del Comune di Livorno, Livorno, Belforte, 1973.
MARCHI VittorioGuida storica ed artistica di Livorno e dintorni in 17 itinerari, Livorno, Ente Provinciale per il turismo, 1981.
REPETTI EMANUELE, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, contenente la descrizione di tutti i luoghi del Granducato, Ducato di Lucca Garfagnana e Lunigiana, volume secondo [D-L], Firenze, presso l’autore e editore, 1835.

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